Diario di un'exchange student alle prime armi

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Eccoci qua, primo post del mio diario da exchange student.


Chi sono io? Una ragazza che ha deciso di mollare tutto e andare a vivere dall'altra parte dell'oceano per sei mesi. Molti la considerano follia, altri semplicemente coraggio, io la considero l'occasione di una vita. Mi chiamo Marianna e aspetto questo momento da molto tempo. Ho sempre saputo di voler viaggiare il più possibile, di conoscere nuove culture, di farmi amici in tutto il mondo e imparare a capire ciò che è diverso da me. Essere un'exchange student per me è la risposta a tutto ciò che ho sempre voluto fare. Vedete, ci sono tanti modi per andare all'estero; c'è il metodo tradizionale, ovvero il classico turista con il naso infilato nella cartina che si limita a vedere la superficie di un posto; c'è quello che decide di andare a trovare qualcuno, un amico, un parente, il fidanzato o la fidanzata e solitamente si lascia guidare nella città proprio da colui che è andato a trovare; e poi ci sono gli exchange students, quelli che il posto, secondo me, lo vivono veramente, quelli che si immergono completamente in una cultura estranea fino a sentirla propria. Questo, per me, significa viaggiare, significa conoscere veramente un posto. Poter dire di averlo visto a pieno, di conoscerlo come si conosce il posto in cui si è nati. E io questo voglio. 


Voglio poter dire di essere un'exchange student.


Decidere di partire, almeno per quanto mi riguarda, è stata una cosa abbastanza naturale. Forse perché, dentro di me, sapevo di doverlo e volerlo fare. Decidere con quale associazione partire, al contrario, è stato abbastanza complesso. Principalmente perché ce ne sono a migliaia, ognuna con lati positivi e lati negativi. Alla fine, però, ho scelto la WEP. Non so spiegarvi bene il motivo, ma credo che sia perché la sento vicina a me. Credo sia davvero una associazione efficiente sotto tutti i punti di vista, che ti accompagna nel tuo percorso e non ti lascia da sola. Ovviamente ci sono molte altre associazioni più che efficienti sparse in tutta Italia ma credo che, in un percorso complicato come questo, ogni potenziale exchange student debba trovare l'associazione che lo fa sentire più a suo agio.


Dal colloquio informativo, non mi ci è voluto molto per decidere di iscrivermi al vero e proprio colloquio di selezione. Essendo la mia destinazione il Canada e non gli Stati Uniti o la Germania, non mi è stato richiesto di fare un test scritto, e quindi ho affrontato solo il test psico-attitudinale, il colloquio in lingua e quello con la psicologa. Il test psico-attitudinale è sostanzialmente composto da una marea di fogli da compilare con i tuoi dettagli anagrafici, una descrizione di te stesso in terza persona, una lista di 300 aggettivi nella quale bisogna spuntare quelli che meglio ti descrivono, gli student's preferences, ossia una lista di possibili host families con accanto diversi gradi di preferenza da spuntare (c'erano prefer, don't mind, prefer not but can adapt e prefer not) e infine altri documenti relativi allo stato di salute e alla famiglia. Il colloquio con la psicologa è andato abbastanza bene, mi sentivo a mio agio e rispondere alle domande è stato abbastanza facile e naturale, visto e considerato che sono comunque domande che riguardano te in prima persona (es. cosa fai durante il giorno, perché vuoi fare un'esperienza del genere...), credo che l'unico consiglio che possa darvi è essere voi stessi e rispondere con sincerità. Il colloquio in lingua è stato, infine, il più divertente di tutti. Mi sono ritrovata con un esaminatore estremamente simpatico e empatico che mi ha fatto subito sentire tranquilla e che alla fine mi ha fatto molti complimenti per la pronuncia. Le domande erano pressoché le stesse del colloquio con la psicologa e, anche qui, mi sento di dirvi che la sincerità conta tantissimo.


Dopo una settimana e quattro giorni durante i quali continuavo a controllare l'email come un'ossessa, mi è finalmente arrivata l'accettazione al programma. Inutile dire che ho cominciato a strillare/ridere/piangere di gioia, insomma una reazione del tutto normale. Di lì a poco mi è arrivata l'email con i dettagli per aprire un account su mywep.org e iniziare il Wep Book che attualmente sto completando (aiuto).


Per ora è veramente tutto, spero che tutto ciò sia leggibile e spero di riuscire a scrivere un altro post sul Wep Book il più presto possibile.



- M